venerdì 22 ottobre 2010

Riflessioni del Venerdì


Il cliente era uno di quelli di corsa come li chiamo io, uno di quelli che arriva saluta, ti da in mano i soldi, si spoglia, da quello che deve fare e nel giro di 20/30 minuti si chiude già la mia porta alle spalle.
A volte va bene anche così, anche se io preferisco un altro genere di clienti. Questo tipo di clientela la metto sul gradino più basso, a metà ci subito prima di loro vengono tutti quelli che vedo una volta e poi non vedrò più in vita mia, un po’ più in su poi ci metto quelli che ritornano,ma non spesso e sul gradino più alto del podio, ci metto i clienti fissi.
Comunque oggi mi è andata bene così, in questo modo, avrò un po’ di tempo, per continuare questo dairio, anzi, direi che la prima settimana di blog, è andata bene. Sono contenta di aver iniziato questa cosa, direi che mi piace e mi aiuta anche.
Essere una prostituta, non è facile come si pensa. Non è solo aprire le gambe, sembrerà strano, ma significa un po’ anche aprire la propria anima. Non so se mi spiego.
Ovviamente i clienti sono i clienti, tranne qualche rarissimo caso (come Massimo), che oltre ad essere clienti, sono anche una specie di amici, ma io non ammetto che la mia vita privata, venga affiancata a quella lavorativa. Sono su due livelli diversi, e ci devono rimanere. Se permettessi ad un mio cliente, di entrare nella mia sfera sociale normale, sarebbe la fine, perché tolto il rischio che si sappia il mio lavoro, (rischio da non sottovalutare), si innescherebbero dei meccanismi in me, che non saprei gestire. Chiunque entra in questo appartamentino, deve uscire dopo aver pagato. Se così non fosse Elena e la mia vera identità si sovrapporrebbero e questo sarebbe un danno troppo grosso. Non potrebbero coesistere nello stesso luogo e nello stesso momento queste due identità una dovrebbe soccombere e credo capiate bene, che non posso permettermi di farne soccombere una.
Detto questo però, specialmente i clienti fissi (quelli che vengono da me ormai da mesi, e almeno 2 volte al mese li vedo), e io ne ho 5 oltre che aprirmi le gambe, aprono ogni volta una breccia in più nel mio intimo.
Sono io che uso loro per i soldi o sono loro che usano me per svuotarsi le ….
Sono io che uso loro per appagare le mie perversioni inconsce, che la mia vera identità, non proverebbe mai, per via della società, o sono loro che vengono da me, e mi usano, per sfuggire alla loro vita quotidiana?
Non so dare una risposta, certo se predo a campione quei clienti non fissi, credo che lo scambio si abbastanza reciproco, ma allo stesso tempo, mi fa paura pensare che la nostra società possa essere costituita da così tante persone che vedono in me una via di fuga. Se invece prendo a campione i miei clienti fissi, al di la che posso giudicarli strani, secondo i canoni della società, sono persone per bene, sono persone, che hanno un loro anima, e credo molto più profonda, che gli altri. Ho avuto modo di conoscere 5 persone abbastanza bene, 3 di loro sono sposate, e hanno figli, ma vengono da me, non solo per il sesso, ma anche per stare in compagnia, perché la cosa che li accomuna, è che tutti dicono di sentirsi soli a casa. Non è strano hai moglie e figli a casa, e ti senti solo? Quando poni loro questa domanda, le risposte si assomigliano tutte e citano più o meno così: io mi sento solo, perché non posso realmente fare e dire ciò che voglio o che sono.
Riflettete.
Scappo dal prossimo cliente baci Elena

1 commento:

  1. E' vero... io mi sento solo perchè a casa non posso realmente fare e dire ciò che sono......
    Succede anche a me.... ed è per questo che sfogo le mie fantasie in un blog e si Facebook..... è anche per questo che (solo un paio di volte) mi sono rivolto ad una prostituta...
    Ma è sopratutto per questo che da qualche mese ho una meravigliosa amante con la quale posso esprimere senza problemi tutte le mie dolci "perversioni".... ed è bellissimo.....
    Sto leggendo piano piano il tuo blog..... bello, sincero.....
    Complimenti. un bacio.

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