venerdì 22 ottobre 2010

La Seconda Volta e …


È sabato 20 marzo 2010, è circa metà pomeriggio, sono in macchina con la Kate (la mia migliore amica, anzi direi mia sorella), stiamo andando a fare shopping, quando squilla il cellulare. Non è la mia suoneria, non è la suoneria della Kate. Il suono proviene dal porta oggetti. La Kate apre il porta oggetti e ci trova il mio vecchio cellulare che suona. Io sbianco!
Dopo essermi ammirata (anche un po’ terrorizzata) sul sito di annuncio, avevo inserito la nuova scheda telefonica, nel mio vecchio cellulare, e il giorno dopo mentre andavo al lavoro lo avevo acceso, e messo nel cruscotto della macchina, dimenticandomene completamente assorta poi da alcuni problemi familiari e lavorativi.
Quel sabato il “cellulare del lavoro” suonò proprio mentre io e la Kate eravamo in macchina, e io fui presa dal panico. Pensai velocemente ad una scusa plausibile e così insultai un po’ la mia sorellina (non me ne voglia), dicendo che la mattina l’avevo accompagnata a fare spese, e che sicuramente lo aveva dimenticato in macchina, sbadata (non è questa la parola esatta che ho usato), com’era.
La Kate vorrebbe rispondere ma io glielo impedisco con un altro paio di insulti alla mia amatissima piccola sorellina, anzi le dico di spegnerlo.
Il week-end passa senza sorprese anche perché onde evitare casini, non appena lascio la Kate, mi ricordo di spegnere quel secondo cellulare, così come passano il lunedì e il martedì, visto che non essendo ancora bene nell’ottica quello stesso cellulare rimane spento nel cruscotto della macchina.
Mercoledì finito il lavoro (una mezzoretta di straordinario non desiderata), prendo la macchina per dirigermi come quasi ogni mercoledì sera a fare l’aperitivo con la Kate e le altre ragazze. Come sempre accade quando sei in ritardo, i simpatici carabinieri, ti fermano per i classici documenti. Sorrido simpaticamente, e nel mentre apro il cassettino del cruscotto dove tengo i documenti, e in quel momento mi accorgo che ho un secondo cellulare che da sabato riposa spento li dentro, quasi automaticamente mentre il carabiniere (carino tra l’altro) controlla i documenti, io prendo dal cruscotto il cellulare, lo accendo e lo appoggio sul sedile del passeggero.
Due minuti dopo riparto, direzione aperitivo. Arrivo parcheggio (in qualche modo), prendo la mia borsa e scendo, quando vedo nuovamente quel cellulare appoggiato sul sedile, (quasi mi chiamasse il destino). Riapro la macchina, lo prendo e lo metto in borsa.
Qualche minuto dopo le otto, con in mano il mio 3° drink, esco dal bar per fumare una sigaretta (si si ahimè io fumo purtroppo, ma sto provando a smettere piano piano), con una delle mie amiche, e mentre siamo li fuori che chiacchieriamo e ridiamo sento suonare il cellulare dentro la mia borsa.  Vado in panico perché so che non è il mio telefonino ufficiale a squillare. Cerco di calmarmi, mi allontano leggermente, e rispondo.
Mentre rispondo mi allontano sempre di più.
Dall’altra parte una voce gentile e giovane, timida, mi dice che ha visto il mio annuncio e che vorrebbe avere delle informazioni in più, io nervosa anzi più che nervosa gli rispondo chiedendogli cosa vuole sapere e lui a sua volta nervosissimo mi risponde che vorrebbe sapere in quanto consiste il mio regalo e se sono proprio io nelle foto.
Sempre con il nervoso nella voce, e sempre allontanandomi, lo rassicuro che nelle foto sono io, e che il mio regalo è di 200 euro, più il costo del motel.
Cala il silenzio per qualche secondo, poi mi dice se sono libera alla 9.30, di nuovo silenzio. La mia mente si perde per qualche secondo, poi forse anche aiutata dai fumi dell’alcool, gli rispondo che sono libera.
Fisso l’appuntamento alle 9.30 in un motel dove ero solita andare con il mio ex fino a qualche mese prima.
Mentre rientro al bar, penso a che scusa dire alle amiche, visto che ho poco meno di un’ora e mezza per andare a casa, farmi una doccia, cambiarmi e fare i 20 minuti di macchina per arrivare al motel.
Uso la scusa della telefonata da parte di mia madre, per andarmene, lasciando un po’ tutte sbalordite e preoccupate (non era mai accaduto).
Arrivo a casa, mi faccio una doccia velocissima, e scelgo cosa indossare, lo scelgo come se avessi un appuntamento con il figo della mia vita, scelgo un completino intimo peri+reggiseno nero con inserti in pizzo semitrasparente, e sopra ci indosso una gonna al ginocchio nera e una camicetta bianca (tipo segretaria sexy insomma) Riprendo la macchina salutando di corsa mamma e papà e scappo corro verso il Motel. Lungo la strada c’è un tabacchino automatico, mi fermo e acquisto i profilattici.
Arrivo al parcheggio del motel, alle 9.25 in perfetto orario. In tutto questo correre non ho avuto modo di pensare, ma ora che sono ferma parcheggiata davanti al motel aspettando il mio cliente … il mio secondo cliente, il cuore comincia a battere forte forte ho paura, ho la tentazione fortissima di andarmene.
Gli accordi erano alle 9.30 al motel, e una volta li, mi avrebbe chiamata. Guardo nervosissima il cellulare, e per sfuggire a quel nervoso e a quella paura che mi attanagliano, provo a immaginare chi sarà il mio secondo cliente, dalla voce, sembrava giovane, timido, nervoso, ma gentile, mi figuro  quel tipo di ragazzo che io e le mie amiche chiamiamo sfigato, tutto studio e poco divertimento, vestito dalla mamma.
Il cellulare suona, riconosco la terna finale di numeri, è lui. Faccio un bel respiro e rispondo.
Con la voce sempre nervosa mi dice che lui è nel parcheggio e mi chiede cosa deve fare, io gli dico di adnare alla reception, e di chiedere una camera avvisando che la sua ragazza arriverà fra poco, e poi gli dico che una volta entrato in camera, dovrà richiamarmi, e darmi il numero della camera.
Mi saluta riaggancia, e dallo specchietto vedo una macchina muoversi e andare verso la reception e intravvedo una figura scendere.
Pochi minuti dopo il cellulare suona nuovamente, con la voce costantemente nervosa mi da il numero della camera, 17
Mi guardo nello specchietto, sistemo i capelli, scendo dalla macchina vado alla reception, le gambe mi tremano e ho un caldo bestiale, quasi sudo. Nervosamente, e con la testa bassa, dico che mi aspettano nella camera numero 17, il tizio mi chiede i documenti, e io sempre a testa bassa, li cerco in borsa, glieli passo, e lui mi indica la strada.
Sono davanti alla porta della camera, dalla finestrella pass la luce. Non vedo e non sento nulla dentro come se non ci fosse nessuno. Rimango li immobile, impietrita, davanti a quella porta per uno, forse due minuti, poi un lungo respiro, due, tre lunghi respiri a scaricare la tensione e busso.
La porta si apre, e si materializza, la figura che avevo immaginato prima al parcheggio, un ragazzo di 23 /24 anni, 175/180 cm pettinato bene, capelli castani occhiali spessi come fondi di bottiglia magrolino, vestito come un perfetto bambino di mamma.
Di nuovo silenzio. Prendo coraggio e lo rompo io quel maledetto silenzio imbarazzante, lo saluto gli tendo la mano gli do due bacini e entro.
Lui impacciato più di me, mi saluta, e poi mi mette in mano immediatamente i soldi. Rimango un attimo scombussolata non mi aspettavo che mi mettesse in mano i soldi subito così su due piedi.
Metto le 200 euro in borsa e poi gli dico che devo andare un attimo in bagno, e lui me lo indica.
Mi chiudo in bagno e penso a cosa sto facendo, penso di andarmene e restituirgli i soldi, mi guardo allo specchi e li, mi rivedo, io tutta agghindata, sono li io solo io, e il cliente nell’altra stanza.
Mi lavo la faccia. Esco dal bagno decisa a fare quello che devo fare, quello che sono venuta a fare, quello per cui quel ragazzo sfigato mi ha messo in mano 200 euro.

Esco, lui è seduto sul letto, gli dico di sdraiarsi e spogliarsi mentre io tiro fuori i preservativi dalal borsa e li metto sul comodino accanto a lui.
Mi spoglio nervosamente, mentre lui fa lo stesso guardandomi da sotto per non farsi vedere. Questo suo atteggiamento, mi da coraggio.
Rimane in slip bianchi (che orrore) lui e in reggiseno e perizoma io, mi sdraio accanto a lui e gli dico (forse più a me che non a lui) di rilassarsi.
Lo bacio sul collo, mentre gli tocco la pancia e poi giù … prendo il profilattico … lo infilo dandogli le spalle e lui ne approfitta timidamente per toccarmi il sedere. Appena terminata l’operazione di “messa in sicurezza”, mi alzo, e mi spoglio.
Sono nuda davanti ad un ragazzo che no mi piace, anche se mi fa tenerezza, che mi ha affittata.
Mi sdraio in mezzo alle sue gambe, gli prendo il membro fra le mie labbra, poi mi sposto mi metto al suo fianco e lo invito a salire sopra di me.
Apro le gambe e lui infila subito.
Cinque minuti dopo lui stava uscendo dal bagno, dopo essersi lavoro e rivestito, io ero ancora sdraiata a pancia in su, non mi ero mossa da quando lui era uscito da me. Ero nuovamente assorta nei miei pensieri.
Dal mio limbo mi risveglia lui, chiedendomi se posso pagare io il motel, e porgendomi altre 80 euro.
Gli rispondo di si, e lui salutandomi di corsa e quasi senza guardarmi, esce velocemente dalla porta chiudendosela alle sue spalle.
Rimango sdraiata ancora qualche minuto, poi lasciando i soldi per il motel sul letto sfatto, vado in bagno, dove mi faccio una doccia lunga e calda, mentre mi asciugo, il mio secondo telefonino suona, penso che sia il ragazzo di prima che magari si è dimenticato qualcosa e rispondo senza nemmeno guardare.
La voce che mi saluta è completamente diversa, una voce matura e non timida, anzi sicura, io invece rimango un attimo senza parole, non mi aspettavo una persona nuova dall’altro capo del telefono.
Lui non esita mi chiede “le solite” informazioni, alle quali io cerco di rispondere in modo più disinvolto possibile, e infine mi domanda se sono libera. “SI” esce dalla mia bocca, quasi inconsapevolmente.
Ci accordiamo, e lo indirizzo verso la camera di motel dove già sono.
Mi sorprendo di me stessa, per come ho detto si.
Ho poco più di mezzora per prepararmi ad accogliere il mio terzo cliente, quindi torno in bagno, finisco di asciugarmi, mi rivesto e mi trucco, poi passo a sistemare la camera, rifaccio il letto e nascondo gli asciugamani usati.
Alle 23.00 in punto sento bussare alla porta, apro.
Massimo (Massimo, mio futuro cliente fisso), 50 anni (poteva essere mio padre, anzi no mio papà è un bell’uomo!!!), 165 cm circa, pelato, con la classica coroncina di capelli ai lati e dietro, una discreta pancettina, insomma un uomo, che mai e poi mai avrebbe potuto destare il mio interesse.
Lo faccio accomodare, si presenta, poi in rapida successione si sfila la cravatta, si toglie la giacca ne estrae il portafoglio, e mi mette in mano 200 euro, che io qusi senza farci caso infilo nella borsettta.
È deciso, sicuro, si vede che è uno che ci è abituato, mi chiede di girarmi, e mi mette una mano sul culo, lo palpa un po’, e poi mi fa i complimenti.
In quel momento io mi sento come un animale che sta per essere scelto. Mi viene ad piangere, ma l’ho scelto io, io mi sono messa in quella situazione, quindi il solito respiro profondo, e girandomi gli sorrido.
Dal canto suo Massimo, si slaccia la cintura cala i pantaloni, e i dice di iniziare.
Sono ancora completamente vestita, e mi ritrovo in ginocchio ad abbassargli le mutande, e a toccargli il pene.
Mi “ordina” di prenderglielo in bocca, e io eseguo dopo avergli infilato il profilattico, anche se lui insiste per non volerlo, almeno per il sesso orale. Mentre eseguo il mio compitino, lui mi chiama con vari nomignoli, che sono certa intuirete, e mi fa i complimenti per come svolgo il mio lavoro.
Dopo un paio di minuti, nella mia bocca, mi ordina di fermarmi, mi fa alzare, mi slaccia la camicetta, mi palpa e lecca le tette, mi alza la gonna, mi tocca spostando un po’ il perizoma, poi, mi fa girare di nuovo, mi fa piegare con le mani appoggiate al letto, mi penetra. Mi penetra senza troppi riguardi. Mi sta scopando.
Aumenta il ritmo, sento le sue contrazioni, viene.
Esce da me, va in bagno sento l’acqua scorrere. Mi scappano due lacrime. Mi sono sentita male, mi sono sentita per davvero una battona da strada, un oggetto. Non è stato come con lo “sfigato” di prima.
Lui ritorna ancora nudo e mi vede lacrimare, mi chiede cos’ho.
Non so perché, ma mi sono sentita di confidarmi. Siamo stati 2 ore a parlare, gli ho detto che per me lui era il terzo cliente.
È stato molto carino con me. È in quelle 2 ore che è nata la nostra amicizia. Anche se lui è anche un cliente fisso ormai, lo considero anche un amico. Quando si tratta di sesso, è un animale come avrò modo di raccontarvi in seguito, ma fuori dal letto, è una persona stupenda. Di Massimo vi parlerò più dettagliatamente in seguito, ora il dovere chiama. Trucco e parrucco e fra 20 minuti il primo cliente.
A dopo baci Elena

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