mercoledì 27 ottobre 2010

Il Ritorno di Mark

Prima settimana di giugno e come programmato la settimana precedente il mercoledì arriva a farci visita in azienda Mark. I giorni precedenti ero molto, molto nervosa, non sapevo come sarebbe andata. L’ultima volta che avevo visto (si fa per dire visto che io ero stesa a pancia in giù e lui sopra di me) Mark era in una camera d’albergo e mi aveva appena sverginata analmente.
Non sapevo quale sarebbe stata la mia reazione, avevo paura questo si. Avevo addirittura pensato di darmi malata per tutta la settimana.
Alla fine decido di affrontare la cosa, visto che era presumibile che Mark sarebbe venuto spesso in Italia, e che non potevo ogni volta che veniva lui scappare.
Quel mercoledì mattina sono nervosissima, sono in ufficio da sola, fino a metà mattina, visto che la mia collega, e il capo sono andati a prenderlo in aeroporto.
Quando arrivano lui mi saluta in modo naturale come avrebbe fatto chiunque e io ricambio allo stesso modo.
La giornata passa quasi senza nemmeno che ci vediamo, loro tre chiusi nell’ufficio del capo, e io nel mio.
Stavo preparandomi per uscire e andare a fare l’aperitivo con le mie amiche, quando il capo mi chiama nel suo ufficio e mi dice se potevo accompagnare io Mark in hotel, visto che lui e la mia collega dovevano scappare a casa per prepararsi, per poi passarlo a prendere per portarlo a cena,m e i tempi erano stretti epr entrambi.
Io (come al mio solito) non riesco a dire di no. Saliamo in macchina e non spiaccico una parola, il suo hotel è a circa 15 minuti di strada dall’ufficio, il tempo però sembra non scorrere mai e quei 15 minuti sembrano ore. Arrivati nel parcheggio dell’hotel, mi ringrazia prima di dirmi che ha 2 ore libere di salire con lui che ha voglia di scopare. Gli spiego quello che è capitato la volta scorsa è stato un caso, che non si ripeterà mi più, lui ride, apre il suo portatile, apre un file salvato sul desktop, e me lo mostra: sono io, cioè Elena.
Rimango di sasso, non so cosa dire, cosa fare.
Lui chiude il portatile, lo rimette in borsa, e con il braccio teso, mi indica un parcheggio libero, io quasi meccanicamente e senza pensarci mi ci avvio.
Poco dopo mi ritrovo in camera sua.
A dopo Elena

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