martedì 26 ottobre 2010

I Primi Mesi di Elena

Il mese di aprile mi regala molti clienti, e ho anche la necessità di cambiare sito, e di mettere delle foto un po’ più “professionali”, così all’inizio di maggio, approfittando della crisi, e del fatto che ho molti giorni di fere arretrati, fisso appuntamento, con un fotografo, che lavora nel capoluogo di provincia accanto al mio, così da non essere per nulla conosciuta.

Passo praticamente tutta la mattinata fino alle 13.30 nel suo studio per un totale di quasi 100 scatti di cui ne scelgo una decina per il nuovo sito.
Come dicevo sopra, incontro molti clienti nuovi (oltre a un paio di volte Massimo e un’altra volta Alessandro), e questo grazie al fatto che ho steso una quotidianità per la mia vera identità e una per Elena.
Elena in quel periodo esiste il lunedì e il martedì dalle 18.00 alle 22.00 (il telefono viene acceso all’ora di pranzo e alle 17.00 in punto), il venerdì dalle 15.30 a notte fonda (grazie ad un accordo con il mio capo che mi permette di fare  un oretta e mezza in più suddivisa fra mercoledì e giovedì), e poi il sabato dalle 11.00 alle 17.00.
In questo modo riesco mediamente a fare 2 clienti ogni volta che Elena è disponibile.
Mi ero abituata a questo tran tran, e mi ero anche piuttosto abituata ad accogliere dentro di me i vari personaggi che di volta in volta mi si paravano dinnanzi.
Purtroppo nel mezzo del mese di maggio, una “bella” notizia doveva arrivare, altrimenti sarebbe stato tutto troppo facile.
Un venerdì mattina il capo, convoca una riunione in officina a cui dobbiamo essere presenti anche io e la mia collega. L’organigramma aziendale a maggio era composto da 21 operai, 2 impiegate e poi il capo.
La crisi economica aveva toccato anche noi ormai da più di un anno, tanto che erano stati annullati tutti gli straordinari, e quando proprio non si poteva fare a meno di fare qualche ora in più, queste ore non ti venivano pagate, ma ti venivano messe “a recupero”, ossia senza che fossero segnate su documenti ufficiali, ogni ora lavorata in più (preventivamente autorizzata dal capo ovviamente), ti dava diritto a rimanere a casa 2 ore pagato. Quella mattina, ci comunicò che causa la crisi, aveva chiesto la possibilità di fare la cassa integrazione, (cosa che già sapevamo) e che gli era stata concessa, quindi dal 1° giugno, ogni settimana metà dell’officina e metà dell’ufficio a turno, sarebbe rimasta a casa un giorno.
Ovviamente questo suscitò malumore in tutti, anche in me inizialmente. Si inizialmente, perché durante il week end, ci ho ragionato sopra e in realtà, mi sembrava potesse essere un ottima opportunità, infatti, economicamente non cambiava un gran che, soprattutto visto che avevo un secondo lavoro molto redditizio, ma se riuscivo a sfruttare la situazione a mio vantaggio, ci avrei anche guadagnato.
Il lunedì seguente parali con il mio capo, e gli chiesi se era possibile fare invece che un giorno intero ogni 2 settimane fare un pomeriggio a settimana, ovviamente che non andasse a coincidere con il giorno di assenza della mia collega.
Il capo non fa storie, anzi, così concordo con la mia collega, che io ogni giovedì pomeriggio, non ci sarò.
A quel punto, Elena acquisisce un pomeriggio in più di vita, e con esso nuovi clienti ed esperienze.
Un bacio Elena

7 commenti:

  1. ...come convivono Elena e il suo "alter ego", a distanza di qualche mese dalla venuta alla luce di Elena stessa?
    Perché non c'è dubbio che pur sempre di una messa in scena si tratta, di teatralità, chiamala come vuoi, ma sei tu a dare vita al "personaggio" di Elena e la cosa non è così scontata e facile come sembra.
    Non sono sicuro che la mia domanda meriti tanto, ma sarebbe bello se tu riuscissi a rispondere con un nuovo "capitolo" del diario.

    Buon pomeriggio ;)

    Chicco

    RispondiElimina
  2. Ciao Chicco, e benvenuto. Sei il primo a commentare e a porre una domanda, quindi per ora rispondo brevemente qui, e poi sicuramente scriverò qualcosa in proposito, non appena sarò come dire cronologicamente arrivata ai giorni nostri. :-)
    In realtà non è proprio teatralità, non è proprio una messa in scena, almeno se ho capito io il senso in cui lo hai scritto. Elena ed io siamo la stessa persona ma non è che quando non c'è Elena, e ci sono io Elena non esiste o viceversa.
    Io sono entrambe, Elena è solo un nome, sono conscia del fatto che IO sono la prostituta in questione.
    Certo ci sono momenti con alcuni clienti in cui tutto diventa messa in scena, ma questo è un po' come dire che un venditore di auto per vendere pubblicizza il meglio possibile la sua merce, e magari fa anche un po' tanto il simpatico e l'accondiscendete.
    Non so se può andarti bene come inizio di risposta in attesa del post, se no, chiedi pure chiarimenti, lietissima di darteli.
    Un bacio Elena

    RispondiElimina
  3. Si Elena, è questo ciò a cui pensavo: il fatto che quando ci sei tu, non è che Elena scompare o viceversa.
    Ma ritengo ragionevolmente che -non foss'altro per la professione specifica-, Elena debba essere necessariamente più "personaggio" di quanto non sia tu nella realtà di tutti i giorni.
    La domanda, comunque, non l'ho posta per vojeurismo; io faccio la drag queen e ci sono delle analogie, almeno nell'attraversare senza soluzione di continuità il passaggio dal me reale al me "inscenato".
    Ci sono -a mio parere- svariati aspetti positivi nel doversi confrontare con la creazione di un "nostro" personaggio, e secondo me c'è una certà biunivocità tra il darsi artistico e quello fisico.
    Che poi sempre e soltanto fisico non è, ed è lì che possono nascere complicazioni interiori, ma anche opportunità di approfondire la conoscenza e confidenza con se stessi ed uscirne quindi arricchiti.


    Grazie per la risposta, baci! :*

    Chicco

    RispondiElimina
  4. Ciao Chicco, vedi il fatto è qeusto, Elena non è teatrale, Elena per me è semplicemnte un nome, non è null'altro, non è il mio alter ego a livello interiore. Elena non è stereotipata, anzi tutt'altro, caratterialmente Elena e la mia vera identità, sono identiche, a livello di gusti ciò che piace a Elena è ciò che piace alla reale mestessa, tutto è identico. Per esempio l'initmo che indossa Elana per incontrare i suoi clienti, lo indosserei io se dovessi andare ad un appuntamento galante e sperassi che dopo la cena ci fosse dell'altro.
    Ci sono solo alcuni clienti, che pretendono cose che non mi interessano, e che non farei nella vita reale, ma che Elena è "costretta" a fare per professionalità.
    Ecco in questi momenti allora si, allora creo il personaggio, e si allora in quei momenti mi pongo domande, e ceerco di capire meglio me stessa e il cliente.

    Vorrei farti una domanda io.
    Fare la drag queen è il tuo lavoro principale?
    Visto che ti ho fatto una doamnad mi permetto di fartene una seconda:
    Come trovi questo diario, sia dal punto di vista di scrittura che di contenuti?

    RispondiElimina
  5. Rispondo prima alle tue domande, Elena: a me personalmente, lo stile di scrittura adottato piace, lo trovo appropriato, scorrevole ed evocativo nella giusta misura, e per giusta misura non intendo dire castrato da una qualche auto-censura.
    Piuttosto, si tratta di un'evocatività necessaria, se si vuole che chi legge partecipi attivamente e senza annoiarsi.
    Dal punto di vista contenutistico, francamente non ho ancora sufficiente materiale per esprimermi in tal senso e in tutta onestà, anche se ne sapessi molto di più, trovo difficile se non impossibile esprimere un pare su contenuti così tanto personali.
    Che il diario sia reale o di fantasia, non cambia nulla rispetto all'argomento, al vissuto in prima persona, e non necessariamente un diario di questo tipo deve ricorrere a piene mani a dettagli accurati, rischiando di trasformarsi da diario a racconto erotico.
    Mi riservo e mi auguro di poterti fornire qualche opinione più significativa piu' avanti.

    Quanto al resto, abbiamo dei punti di contatto, professionalmente parlando: capita anche a me di dover inscenare un "tipo" che non è nelle mie corde e ho imparato a farlo, almeno per quello che le mie capacità artistiche mi consentono.
    Ecco, in queste occasioni, diciamo che mi sento "prostituta" anche io e come te, cerco di capire un po' me, un po' il pubblico che ho di fronte, tentando di capire che cosa realmente si aspetta da me.
    D'altra parte, si tratta di due rapporti con i rispettivi pubblici, in cui difficilmente ci si può permettere di pensare che anche i nostri desideri saranno presi in debita considerazione.
    Loro sono lì per "consumarci" e noi dobbiamo lasciarli saziare!
    Ma perché loro si sazino, dobbiamo anche essere appetibili secondo i loro gusti.
    Curiosamente, Chicco ha con Monique lo stesso tipo di relazione che Elena ha con Elena, almeno per quanto riguarda l'abbigliarsi.
    A volte mi domando chi sia la "vera" drag, se io o Monique, ma è un dubbio che mi pongo con assoluto divertimento, e un'eventuale risposta, non cambierebbe le cose di un millimetro.
    E sempre altrettanto curiosamente, o forse neanche tanto, chissà, Chicco e Monique coincidono in larghissima percentuale, quanto a gusti, modo di porgersi e personalità; le strade divergono solo quando arriviamo al bivio dell'identità sessuale, perché come drag queen sono un po' atipica, essendo un convinto eterosessuale e senza fantasie megalomani di "essere donna".
    No, non faccio la drag queen come lavoro principale, nella vita reale sono un tecnico, un programmatore web :)
    Insomma, "mai dire mai"!
    Grazie ancora per le tue risposte e precisazioni, continuerò a leggerti e certamente mi capiterà di frugare ancora -per dirla con una metafora adatta all'argomento-, nelle mutandine ;)

    Buon lavoroe buona scrittura :*

    Chicco & Monique

    RispondiElimina
  6. Grazie Chicco e grazie Monique per il commento.
    Ci tengo a precisare che tutto il contenuto del Diario è pura verità, nulla di fantasia, se non i nomi per ovvie ragioni, ma tuto i resto, atti, eventi, date ecc ecc è tutto reale.
    Diciamo che mentre scrivo questo diario, mi sono posta e mi pongo costantemente il dilemma se essere più esplicita o se esserlo di meno.
    Tendenzialmente sono per chiamare le cose con il loro nome, ma allo stesso tempo vorrei evitare che qeusto mio scritto diventi un racconto pornografico, erotico va anche bene porno no.
    Un bacio sia a Chicco che a Monique (quindi sono due fortunello).
    Continua pure a frugarmi nelle mutandine anzi fallo quotidianamente!!!!
    Elena

    RispondiElimina